domenica 5 settembre 2021

Resoconto dell'assemblea pubblica del 2 settembre


Il giorno 2 settembre 2021 alle ore 18.30, nel Teatro San don Bosco di Fabriano, su iniziativa de “La Scuola siamo Noi - Odv” si è riunita un’assemblea pubblica aperta ai cittadini per discutere dei problemi legati alle scuole della città e della Marco Polo in particolare.

Stimiamo una partecipazione di circa cento persone.

Dell’ordine degli argomenti proposti, la discussione si è concentrata su un unico argomento, ovvero l’organizzazione del trasferimento degli studenti della scuola Secondaria di Primo Grado “Marco Polo” verso la sede provvisoria presso l’ITC “Morea”.

In assenza dell’Amministrazione Comunale, ente competente per l’organizzazione del trasporto scolastico, i partecipanti raccolgono nel seguente documento le questioni che richiedono urgente soluzione:

  1. appare evidente che sulla base della popolazione scolastica della Marco Polo si rende necessario l’impiego di due mezzi che operino contemporaneamente al fine di garantire a tutti gli studenti l’accesso alle lezioni entro le 8.10 - 8.15;

  2. considerato che l’indisponibilità della sede della Marco Polo è un fatto imprevisto e sconosciuto ai cittadini, in nessun modo appare legittimo imporre alle famiglie il costo dell’intero abbonamento sebbene al prezzo riservato agli studenti: affinché il diritto allo studio di tutti sia tutelato, il servizio di navetta dal piazzale della scuola Mazzini - Marco Polo alla sede provvisoria della scuola “Morea” deve essere gratuito;

  3. al momento non si dispone di informazioni riguardo il trasporto per studenti con bisogni speciali, in particolar modo per coloro che necessitano di servizi aggiuntivi, quali ad esempio, pedane per studenti con ridotta mobilità: si chiede che senza ritardo sia organizzato il trasporto per studenti con disabilità impiegando mezzi adeguati, prevedendo personale di assistenza a bordo e dando al contempo piena e completa informazione ai cittadini; al fine della migliore organizzazione, l’Amministrazione Comunale si relazioni con il Consiglio di Istituto e con le organizzazioni del terzo settore;

  4. se è confermato che il servizio di trasporto dalle frazioni aggiungerà anche la fermata all’IC “Morea”, si segnala che, considerato l’orario di servizio dello scorso anno, i mezzi che trasportavano anche alunni della scuola primaria arrivavano alla scuola “Mazzini” alle ore 8.10 circa: questo orario deve essere anticipato al fine di garantire l’arrivo in orario degli studenti della secondaria di primo grado.


Questi temi saranno sottoposti all’Amministrazione Comunale e discussi con una rappresentanza dell’associazione e del Consiglio di Istituto in un prossimo incontro che dovrà essere fissato senza ritardo.

L’Associazione dà ampia diffusione di questo resoconto al fine di raccogliere eventuali correzioni e integrazioni da parte dei presenti all’Assemblea pubblica.


Fabriano, 5 settembre 2021


giovedì 27 agosto 2020

DIFENDIAMO IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI DISABILI

Sostieni l'azione dell'associazione a difesa del diritto allo studio degli alunni disabili


Abbiamo iniziato una azione contro l'Ufficio Scolastico Regionale perché accolga la richiesta dell'Istituto Comprensivo "Marco Polo" di Fabriano di costituire quattro classi anziché tre.

Non un ricorso solo per le famiglie con bambini disabili, non è neanche un ricorso solo per Fabriano: è un ricorso per riaffermare un diritto già riconosciuto dalla legge e da tanti altri tribunali in Italia che le classi con alunni con disabilità non possono essere composte da più di 20 alunni.

È un'azione per i nostri bambini ma è anche per tutti i bambini italiani perché se il nostro ricoro sarà accolto, i precedenti saranno sempre di più che le amministrazioni non potranno più continuare a fare solo i conti con i soldi invece che con i diritti.


LA SCUOLA SIAMO NOI
DIFENDIAMO IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI DISABILI

Per questo è anche la TUA battaglia: allora sostienici, diffondi questo messaggio, dona quanto vuoi, anche un solo euro è un segnale importante per noi.



martedì 25 agosto 2020

Classi piccole, scuola migliore!

Invece di fare classi piccole facciamo classi numerose: ma non ci avevano detto di distanziarci?

Il 2020 è stato un anno critico per la scuola italiana. Da sempre accusata di essere lontana dall'innovazione e dal mondo dei giovani, studenti e docenti si sono trovati catapultati nella Didattica A Distanza pensando che la formazione sia un semplice passaggio di saperi che vengono ficcati nelle teste come scatole in un magazzino.

Nell'Italia dove tutti diventano allenatori di calcio, presidenti del Consiglio, pedagogisti o Sindaci a seconda della moda del momento, si è scoperto che la scuola non è solo ficcare informazioni nella testa delle persone ma è insieme di relazioni e di esperienze, magari mediate con la riflessione storica, il pensiero scientifico, l'esperienza estetica: incredibile!

Incredibile perché la parola che più sentiamo quando in questi giorni si parla di scuola non è cultura ma distanza: didattica a distanza e didattica distanziata: stare distanti per combattere l'infezione. Però ci sono anche altre parole che sono meno frequentate come per esempio aspettare oppure ritrovarsi ma non assembrarsi che poi se si è in pochi c'è più tempo per ascoltare e le parole che si dicono assumono un sapore più profondo.

Gli studenti hanno diritto alla migliore didattica possibile: e gli alunni disabili più di tutti

Eppure, nella nostra piccola città di Fabriano dobbiamo scontrarci con una decisione di creare classi di 25 studenti quando è possibile ed è stato richiesto di farne di più ma con meno studenti: 16 e 20. Non numeri assurdi ma numeri opportuni considerato che:

  1. la legge impone che in presenza di alunni con disabilità, il numero massimo di allievi non può essere superiore a 20,
  2. proprio la lotta all'assembramento è l'arma più appuntita contro l'epidemia.
Noi siamo un manipolo di pochi genitori, non siamo particolarmente battaglieri né siamo un "sindacato" di genitori. La Scuola siamo Noi è nata sulla scorta dell'alleanza educativa, un patto fra genitori, scuola e altre agenzie educative per mettersi insieme sulla strada della crescita felice dei nostri ragazzi: dalla stessa parte contro nessuno.

Quando verso la seconda metà di luglio siamo stati investiti da questo assurdo problema ci siamo trovati effettivamente impreparati: non siamo stati capaci di comprendere come fosse possibile che una Pubblica Amministrazione, in questo caso l'Ufficio Scolastico Regionale, potesse assumere una decisione così palesemente illegittima e inopportuna.

Siamo restati un po' disorientati dalla lettera del Sindaco all'USR, dagli strali scandalizzati di politici vari appena la notizia è uscita sui giornali senza che nessuno però muovesse un dito, tutti fermi a dire che in fondo non è un loro problema, che ci sono altre questioni e che in fondo va tutto bene.

Difendere il principio di classi adeguate è difendere il diritto allo studio

Ma non ci sono altre questioni quando si parla di scuola: sembra che tutto sia sempre definitivo e già scritto come per i seggi. La scuola e i bambini arrivano sempre per ultimi e i genitori, che faticano da soli a barcamenarsi fra lavoro e impegni dei figli, sono sempre sfiniti per cominciare ancora un'altra battaglia.

Ma questa volta, le famiglie dei bambini con disabilità non devono restare sole: questa volta la loro battaglia è la battaglia dell'intera città che non può affidarsi ai canali ufficiali dell'Amministrazione o dei Soloni dell'internet.

Fabriano non è una città come le altre e i bambini disabili non hanno meno diritti degli altri: ci resta poco e quel in quel poco che ci resta c'è la scuola. Zoppicante, lenta e non a passo coi tempi, senza tablet o computer, dove si parla troppo di Leopardi e quasi niente di impresa ma è la scuola dove nascono le amicizie e gli amori, dove la vita prende sapore.

Il sapore che sta al fondamento del sapere e della sapienza e della saggezza.


Noi facciamo ricorso al TAR Marche e c'abbiamo prescia!

Abbiamo però bisogno di forze e di soldi. Abbiamo bisogno di stare tutti insieme quindi:

  1. cacciate fuori il portafoglio e dateci 10, 50 o anche 1 euro,
  2. fate girare voce su tutti i canali che avete: Facebook, Intsagram, Whatsapp, fruttivendolo, bar e parrucchiere,
  3. facciamo un po' i grandoni come sappiamo fare noi fabrianesi: "ah, io faccio ricorso per la scuola, c'ho messo due lire che più non c'avevo ma tocca difende quello che c'avemo!"
Appena raccolta una somma sufficiente per dare l'incarico allo Studio legale, depositeremo il ricorso: il TAR si riunirà presto e speriamo di riuscire ad avere una pronuncia prima dell'inizio della scuola.

I tempi so stretti, tocca fa tutto de prescia ma se po fa...

Noi ci mettiamo la faccia dell'associazione: voi metteteci il vostro entusiasmo!

I genitori dell'associazione La Scuola Siamo Noi.

Photo by Anna Samoylova on Unsplash


venerdì 8 giugno 2018

Smartphone ai figli? Fate loro un regalo: non dategli uno smartphone

di Lorenzo Armezzani

Fine della scuola, tempo di pagelle e di regali. Molte famiglie (o forse poche in realtà...) si trovano di fronte il dilemma se regalare o meno uno smartphone ai propri figli. Nella maggior parte dei casi la ragione è la più antica di sempre: "perché ce l'hanno tutti!"

 

Ma regalare uno smartphone è come regalare un motorino quando si ha l'età per guidarlo?


In realtà lo smartphone è uno strumento di gran lunga più pericoloso di un motorino: non vogliamo parlare delle radiazioni che friggono il cervello dei nostri pargoletti ma delle conseguenze sullo sviluppo emotivo e relazionale dei bambini e dei ragazzi. Vogliamo infatti parlare del pericolo dell'accesso illimitato nello spazio e nel tempo ai social media.

"Lo sappiamo che in rete ci sono molti pericoli, come il cyberbullismo e gli adescatori di minorenni ma i nostri ragazzi usano solo WhatsApp per chiacchierare con gli amici.." diranno i nostri lettori.

Questi sono pericoli della rete che si possono fronteggiare con formazione, conoscenza, un po' di arguzia ed esperienza: noi invece non ci rendiamo conto che i social media rappresentanto un rischio. Non ci rendiamo conto perché il più delle volte ne siamo vittime inconsapevoli noi stessi.

 

Lo smartphone agli adolescenti è come farli bere whisky direttamente dalla bottiglia

Simon Sinek, un consulente di marketing diventato celebre per il suo "start with Why" in una trasmissione televisiva ha paragonato i social media e l'uso illimitato che tutti noi ne possiamo fare all'alcolismo.
E mentre in tutto il mondo esistono leggi che impediscono l'accesso dei minori all'alcool o al tabacco, con la tendenza di regalare uno smartphone ai ragazzi sempre più piccoli è come se noi adulti aprissimo il mobiletto degli alcolici e dicessimo ai nostri figli "forza ragazzi facciamoci un whisky!"

Quello che colpisce è la maggior parte delle persone che ascoltano Simon Sinek "sente" che ha ragione: lo sentiamo perché tutti noi adulti che facciamo uso dei social sappiamo, consapevolmente o meno, che se analizziamo il nostro stile di consumo (perché di questo si tratta) ci accorgiamo di aver sviluppato una forma, lieve o grave, di dipendenza.

Qualcuno poi si è accorto che effettivamente è vero: se visitiamo il sito dello psicologo americano David Greenfield scopriremo un gruppo di ricercatori che stanno indagano gli effetti di dipendenza creati dall'uso del cellulare. Visitate il suo sito e già lo slogan è eloquente riguardo cosa stiamo parlando: riconnettiti con la tua vita (plug back into life).


Nel sito di Greenfield troviamo anche un semplice test per verificare se il nostro bambino è troppo connesso o meglio se il nostro bambino soffre di digital distraction (che potremmo tradurre con alienazione digitale). Il risultato sconcertante del test è che perfino un adolescente senza smartphone ma con l'accesso a internet o al cellulare di un genitore è a forte rischio di alienazione digitale.

 

Perché i social media non sono adatti agli adolescenti?

Potremmo trovare qualche spunto di analisi in più in un articolo pubblicato nel 2017 sulla rivista online statunitense di Psychology  Today: "Perché i social media non sono "smart" (adeguati) ai ragazzi delle scuole medie".

L'articolo è molto brillante ma ci interessa soffermarci sull'analisi che l'autrice, la dottoressa Victoria L. Dunckley fa dei social media:

  1. i social media non sono progettati per i ragazzi
  2. i social media sono uno strumento di intrattenimento
  3. l'idea "più è meglio" è pericolosa se applicata ai social
  4. i social media sono una forma di intrattenimento video che crea dipendenza
  5. i social media rimpiazzano l'apprendimento delle competenze sociali e relazionali che invece si costruiscono faccia a faccia con le persone ed è duro e faticoso
  6. i social media possono causare nei ragazzi un attaccamento esclusivo con gli amici a discapito dei legami di sicurezza e affetto garantiti dalla famiglia
  7. l'abuso dei social media rischia di causare una severa limitazione al pieno sviluppo di tutte le potenzialità cognitive del cervello di un adolescente.

 

Bill Gates e Steve Jobs hanno cresciuto i loro figli senza tecnologia, e questo dovrebbe insegnarci qualcosa

È il titolo a effetto di un articolo che potete leggere sul sito di Business Insider ma in rete ne potrete trovare anche tanti altri: molto interessante fra gli altri è questo articolo: "Perché i miliardari della Silicon Valley non usano i social media". L'articolo fra gli altri, cita Sean Parker (il fondatore di Napster oltre che fondatore con Zuckerberg di Facebook") che dice testualmente di Facebook: "Dio solo sa cosa sta facendo al cervello dei nostri bambini"


Che cosa regalare allora ai nostri bambini per una bella promozione? Bè la bicicletta non passa mai di moda....

Se invece con lo smartphone ai vostri ragazzi vi siete già messi nei guai da soli, provate a rimediare studiando qualche consiglio pratico di Common Sense, vera autorità nel campo dell'uso consapevole delle moderne tecnologie da parte degli adolescenti.

E per messaggiare con gli amici? Dopo pranzo, ci si becca al giardino

sabato 15 aprile 2017

2017 suola e innovazione, 5 per mille e altro ancora

Con la primavera, arriva puntuale anche la scelta per il 5xmille e La Scuola Siamo Noi è uno dei beneficiari fra i quali potete scegliere: perché potreste scegliere questa associazione?

I primi fondi del 5xmille: i secondi passi

La Scuola Siamo Noi decide quest'anno come destinare i primi fondi raccolti con il 5xmille: si tratta dei fondi scelti dai contribuenti nel 2014 quando l'associazione muoveva i primi passi. Oggi muoviamo i secondi passi ma siamo ancora all'inizio.
I gioco per imparare come immaginare, progettare e realizzare: toccando, provando, mischiando le cose: tutto questo lo possiamo fare giocando con un robot a scuola maternaLo scopo dell'associazione è di accompagnare la scuola nella sua formidabile impresa di mostrare il futuro ai nostri bambini e ai nostri ragazzi raccontando il passato e il presente.
Grazie allo spirito di iniziativa degli associati negli scorsi anni con ZERO EURO ma tante ore di volontariato, sono state fatte belle cose con la scuola (corsi di scacchi, progetti per il Palio di San Giovanni, laboratorio di Scratch)
Oggi, abbiamo qualche euro ma molti meno volontari disponibili, e questo non è una buona notizia.

Il 5xmille per innovare: ma il tuo bimbo sa programmare?

Come investire questi pochi soldi è una bella sfida: noi vorremmo continuare sulla strada già iniziata due anni fa con il laboratorio di Scratch, ma partendo questa volta dalla scuola materna. Un progetto di enorme innovazione.

Programmare il futuro

Programmare il futuro, è un bello slogan, non è vero? È anche un programma del Ministero dell'Istruzione per introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado il pensiero computazionale.
E che roba è?
È una delle forme del pensiero creativo che per raggiungere degli obiettivi, scelti autonomamente o assegnati, definisce strade, strategie (ovvero procedure) che poi devono essere realizzate da se stessi o da un qualcun altro (esecutore), ma utilizzando un numero limitato di risorse e di spazio (contesto prefissato).

Un robot nella scuola materna

Stiamo pensando di acquistare un robot per la scuola materna. Si chiama Cubetto, è un progetto di una start-up inglese e crediamo sia formidabile per affrontare il cammino verso il futuro introducendo i bambini al pensiero computazionale attraverso il gioco.

Insegnare a programmare fin da bambini non serve per diventare sviluppatore software ma apprendere competente utili nella formazione, nel lavoro, nella ricerca, nel gioco... Basta leggere questo articolo di Wired per farsi un'idea.

A voi la parola

Voi che ne pensate? Ci diamo tempo fino il 30 aprile per raccogliere le vostre idee e proposte: poi vorremmo procedere all'acquisto così da poterlo utilizzare nella scuola materna Ciampicali di Fabriano entro la fine dell'anno scolastico.
Per comunicare con noi utilizzate questo blog oppure la nostra email oppure con le insegnanti a scuola: saranno loro poi a metterci in contatto con voi.

 



sabato 28 marzo 2015

Progetto Scratch a scuola

Presentiamo il nostro piccolo progetto per iniziare a usare Scratch come
strumento didattico nella scuola.

Quest'anno introduciamo una piccola esperienza pilota, confidando di incotrare l'entusiasmo dei docenti e di poter contribuire a una nuova metodologia didattica creativa, divertente ed estremamente formativa.

Il nostro programma si propone di partire nel mese di aprile.

giovedì 29 gennaio 2015

L'assemblea degli eletti

Giovedì 29 gennaio è un giorno importante per l'associazione: dopo un primo periodo di fermento e di grandissimo entusiasmo e dopo un (in/evitabile) periodo di scoramento e di perdita delle forze, il gruppo si presenta a tutti i rappresentanti dell'istituto comprensivo Marco Polo di Fabriano per presentare le proprie idee e trascinare dentro nuove risorse.